ELENA SANGRO
ELENA SANGRO
Io Elena Sangro nacqui a Vasto in un Castello Medioevale a specchio del Mare Adriatico. La mia nascita fu presagita da un vecchio cameriere che vide una stella tremula fissare la sua luce nel Firmamento. Nella gioia di tutti, mentre il piccolo corteo si recava al fonte battesimale nell’ ombra dei forzuti rami di acacia, un ramoscello si staccò dall’ alto e cadde sul port-enfant. Fu questo ritenuto un segno di buona fortuna, infatti la fanciullezza trascorse felice e la riva e l’ orizzonte offrirono mille scenari di azzurro e di fiamma, di barche e di vele che sembravano cullare nei sogni e chiedere alla mia fantasia di fanciulla desideri e passioni giganti da trascinare via verso l’ infinito, nel mondo irreale. Così nacque il mio sogno d’ arte che dovetti serbare segreto sino a che un rovescio di fortuna subito dalla mia famiglia mi liberò da quella dorata clausura e mi permise di frequentare un corso di recitazione a Santa Cecilia sotto la direzione di Virginia Marini che mi accolse con i più lusinghieri apprezzamenti per la mia voce e per le mie attitudini artistiche : infatti nonostante la giovanissima età mi trovai poco dopo sul palcoscenico dell’ Adriano, nella parte di Elisabetta in ” Cene delle Beffe ” e nella parte di Figlia del Duca d’ Alba in ” Patria ” di Sardou. Ma la mia particolare sensibilità mi impediva di godere dell’ applauso e correvo a chiudermi nel mio camerino tutta vergognosa. Un mio ricordo particolarmente caro sono le parole dettemi dalla Grande Eleonora Duse : ” Sono questi i primi occhi di fanciulla che mi lasciano vedere in fondo all’ anima sua “.
Dava lezione di Storia d’ Arte il Barone Rodolfo Kanzler che incontrò un giorno il Comm. Guazzoni, il quale era alla ricerca di un tipo di giovane patrizia romana capace d’ interpretare il personaggio di Fabiola.
Così fu che mi vide e volle requisirmi. Obbedii, dico obbedii, perchè nessun entusiasmo mi mosse per la novissima arte, e così forte era il mio amore per il Teatro, che terminato il film tornai alla mia Maestra che mi accolse con grande gioia, rallegrandosi che il miraggio di forti guadagni non mi avesse sradicato dal cuore l’ amore del Teatro.
Ma alcuni mesi più tardi, dopo la prima proiezione di Fabiola, il mio destino cinematografico fu segnato. Ebbi l’ offerta dalla medesima Casa Cines di partecipare in tre films sotto la direzione di Diego Angeli, e cioè : Il più forte amore – Principessa Zoe – Il Fauno di Marmo, terminati i quali fui subito riconfermata per interpretare con Giuseppe Maria Viti : L’ Eredità di Caino, nella parte di Graziella, poi alla casa Tiber con Gianna Terribili Gonzales nella parte di Sirena. Successivamente Onesto Mondo con Torello Rolli. Passai alla Chimera per i seguenti films : Stella – Mon Oncle Barbasseau, sotto la Direzione del Conte Riccardo Cassano e Il marito perduto sotto la direzione di E. Bencivenga.
Dalla Chimera fui richiesta dalla Casa precedente, la Cines, per interpretare ” Saracinesca ” sotto la direzione di Gaston Ravel, ” Passioni ” sotto la direzione di Alfredo De Antoni e ” Miss Dollaro “.
Essendosi nel frattempo costituito sotto la Presidenza di Gabriele D’ Annunzio un comitato di Montenegrini per girare il film : ” Non v’ è resurrezione senza morte “, io fui prescelta e conservo una lettera autografata della Regina Milena del Montenegro, come caro ricordo della mia fatica artistica. Interpretai poi con Febi Mari ” Triboulette “, indi ” Sansone ” di Bernstein messo in scena da Torello Rolli, ” Rosella ” con Pittea per la Casa Caesar, ” Quo Vadis ” con Janning per le Case Ufa e Cines.
Per la Pittaluga sotto la direzione Luciano Doria in ” Taverna Verde ” in ” Treno di piacere ” e sotto la direzione di Guido Brignone ” Maciste Imperatore ” ” Maciste all’ inferno ” ” Maciste nella gabbia dei leoni “. Sotto la direzione di Augusto Gennina ” Addio Giovinezza “.
Fonte: L’ Eco del Cinema Marzo 1928